Padre Pio amava definire l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza «la pupilla dei miei occhi». Il 5 maggio 1956, in occasione del discorso di inaugurazione, alla fine di un lungo cammino irto di ostacoli di ogni genere, P. Pio, visibilmente commosso e soddisfatto, diceva ai numerosissimi presenti:
«Signori e fratelli in Cristo, la Casa Sollievo della Sofferenza è al completo. Ringrazio i benefattori d’ogni parte del mondo che hanno cooperato. Questa è la creatura che la Provvidenza, aiutata da voi, ha creato; ve la presento. Ammiratela e benedite insieme a me il Signore Iddio. È stato deposto nella terra un seme che Egli riscalderà coi suoi raggi d’amore. Una nuova milizia fatta di rinunzie e d’amore sta per sorgere a gloria di Dio, e a conforto delle anime e dei corpi infermi. Non ci private del vostro aiuto, collaborate a questo apostolato di sollievo della sofferenza umana, e la Carità Divina che non conosce limite e che è luce stessa di Dio e della Vita Eterna, accumulerà per ciascuno di voi un tesoro di grazie di cui Gesù ci ha fatti eredi sulla Croce.
«Quest’Opera che voi oggi vedete è all’inizio della sua vita, ma per poter crescere e diventare adulta questa creatura ha bisogno di alimentarsi e perciò essa si raccomanda ancora alla vostra generosità affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».
Il 23 maggio 1987 il Santo Padre Giovanni Paolo II, in occasione della visita a S. Giovanni Rotondo, ha posto l’accento sull’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore». Il pontefice ha anche ricordato ciò che il malato rappresentava per P. Pio:
«In ogni ammalato – soleva dire – vi è Gesù che soffre. In ogni povero vi è Gesù che langue. In ogni ammalato povero vi è due volte Gesù che soffre e che langue».
Nel primo anniversario di attività ospedaliera, P. Pio tira le somme della prima tappa e getta le basi per il lavoro futuro, pensando alla realizzazione di una «città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche» con un aumento del numero di posti letto, di «due case, una per donne e una per uomini, dove gli spiriti e i corpi affaticati e stanchi vengano al Signore e ne abbiano da Lui sollievo», di un «Centro studi intercontinentale» avente lo scopo di stimolare i sanitari a perfezionare la loro cultura professionale e la loro formazione cristiana, affinché l’Opera diventi sempre più «tempio di preghiera e di scienza, dove il genere umano si ritrovi in Gesù Crocifisso come un solo ovile, sotto un solo pastore».
Oggi una meravigliosa cittadella ospedaliera, immersa nel verde, s’erge imponente accanto al convento.
L’ospedale, dotato di servizi diagnostici e attrezzature d’avanguardia, è passato dai 250 posti letto del 1956 ai circa 1200 attuali. Già riconosciuto come Ospedale Generale Regionale, nel 1991 è diventato “Istituto di Ricovero e Cura a carattere Scientifico” con riconoscimento del Ministero della Sanità. La sua struttura è di circa 300.000 metri cubici e la sua crescita non conosce soste, con l’apertura di nuovi reparti e padiglioni, tanto da essere stato paragonato scherzosamente in paese alla “fabbrica di San Pietro”. Vi operano circa 2.500 dipendenti.
Inoltre è in funzione il nuovo grande Poliambulatorio “Giovanni Paolo II”, distaccato dal complesso ospedaliero, per far fronte alle necessità sempre più pressanti dei malati.
Si consiglia di leggere i seguenti articoli di approfondimento riguardanti soprattutto la nascita dell’ospedale:
- Parte I – Dall’ospedaletto “San Francesco” alla “Casa Sollievo della Sofferenza”
- Parte II – La nascita della Casa Sollievo della Sofferenza
- Parte III – Gli americani e la Casa Sollievo della Sofferenza
- Parte IV – Due nomi per l’Ospedale di Padre Pio
- Parte V – Luisa De Martini, Nereo Francesconi e Filippo Fordellone
- Parte VI – Il fondo “Mario Gambino”
- Alle origini del sollievo della sofferenza