Pochi chilometri a est di San Giovanni Rotondo, nella conca dell’ex lago di Sant’Egidio, detto anche lago di Pantano, vi è un inghiottitoio servito per prosciugare il lago e bonificare l’area .
Molti anni fa qualcuno mi raccontò che passandogli vicino a volte si sentivano degli urli paurosi provenire dalla profondità delle viscere della terra. Poi non ne ho più sentito parlare. Ora, in un vecchio volume di curiosità popolari, trovo traccia di questa leggenda, così com’era narrata nella città di Lanciano nell’Ottocento. Trascrivo il brano che ci interessa:
«La ggiurnata de san Giuvann’ è signalate (Ortona a Mare), cioè “punto di stella” o infausta. Pertanto sono da temere gli infortunii; e “credesi che sempre, in quel dì, qualcuno affoghi” (Atri).
Inoltre la festa di S. Giovanni va tra le maggiori, e fatti terribili narransi di coloro che, lavorando, la profanarono.
Presso S. Giovanni Rotondo (San G. de Retunn), tra il Gargano e Lucera, è un lago, sulla via che fanno i pellegrini per andare a S. Nicola di Bari. Quando si passa per là, ogni pellegrino getta nell’acqua un sasso, come si fa dovunque fu ammazzato e seppellito qualcuno; perchè s’ha da sapere che quello non fu sempre un Iago. Era un’aia; e un contadino, che vi trebbiava nel dì di S. Giovanni, sprofondò in quel luogo insieme con gli assistenti, col grano e co’ buoi. La voragine fu poi colmata dalle acque; e ogni anno, nella notte che precede la festa del Santo, chi passa vicino al lago sente dalle profondità di questo il muggito de’ buoi e le grida delle persone ivi sepolte (Lanciano)
Un fatto simile narrasi in Aquila. Si riferisce a un cavallaro; ma dicesi avvenuto nel dì della Maddalena (22 luglio).
Se nella stessa giornata di S. Giovanni ricorresse il Corpus Domini, finirebbe il mondo».
(Curiosità popolari tradizionali a cura di Giuseppe Pitrè, Vol VII, Credenze, usi e costumi abruzzesi, pag. 154 , Palermo, Libreria internazionale L. Pedone Lauriel di Carlo Clausen, 1890)
La leggenda probabilmente nasce per convincere i contadini e i braccianti dell’epoca a rispettare la festa di San Giovanni Battista con una giornata di riposo lavorativo.
L’autore sbaglia a indicare la posizione geografica del lago interessato, immaginandolo tra il Gargano e Lucera, così come sbaglia il riferimento a San Nicola di Bari. E’ evidente che l’episodio riguarda il Lago di Pantano, oggi nuovamente prosciugato, posto lungo il tragitto che conduceva alla Grotta di San Michele Arcangelo e, imboccando un’altra strada vicina all’inghiottitoio, al Monastero di San Nicola di Pantano e non a San Nicola di Bari.