E’ una lettera indirizzata virtualmente al prof. Salvatore Antonio Grifa, studioso emerito e storico di San Giovanni, passato a miglior vita il 22 febbraio 2023. Sono parole sentite di riconoscenza e gratitudine quelle del dr. Penati, che attestano il suo forte legame di amicizia con il Prof. Grifa, risalente agli anni ’90, di cui io stesso sono stato testimone in qualche nostro incontro comune avvenuto nella città di San Giovanni Rotondo.
Il prof. Grifa è stato anche un importante collaboratore di questo sito su cui ha voluto che fossero pubblicati online alcuni suoi interessanti opuscoli in formato pdf. A lui è dedicata una pagina con l’elenco della sua vasta opera letteraria (link).
Giulio Giovanni Siena
Carissimo Professore Salvatore Antonio,
ho appreso solamente quest’oggi la notizia della tua scomparsa e ne sono profondamente addolorato, perché ho perso più di un amico, ho perso un fratello e un “padre di grande cultura”. “Per non dimenticare” è il motto che hai saputo trasmettere a generazioni di giovani ed anche a me e per questo ti voglio rendere omaggio per la tua testimonianza di vita che ci hai saputo dare, sempre improntata ad una profonda fede nel Signore Dio che ha ispirato e condotto ogni tua azione.
Il nostro primo incontro è stato alla fine degli anni ’90, quando rispondendo al telefono sento la tua squillante voce annunciare “sono il Prof. Grifa da San Giovanni Rotondo”.
Eri alla ricerca del nipote del pittore Natale Penati da Milano, artista che aveva lasciato la sua impronta indelebile nelle chiese di San Giovanni Rotondo e nella Cattedrale di Manfredonia, perché volevi portare all’attenzione degli storici locali la figura e l’opera del pittore milanese, che negli anni dal 1933 al 1941 aveva vissuto la sua epopea garganica affrescando ben sei chiese a San Giovanni, e altre a Manfredonia, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, Apricena e Serracapriola. Quella telefonata ha poi avuto un seguito, portandomi sempre più frequentemente a farti visita in San Giovanni, dove tu mi accoglievi in piazza Europa, all’arrivo dei bus, sempre sorridente e come un padre mi accompagnavi a casa tua per uno scambio reciproco di saluti e di conoscenza sui progetti che stavo portando avanti per realizzare le monografie sulle opere di mio nonno Natale.
Quelle conversazioni mi davano un grande stimolo e mi aprivano la mente a nuove ricerche che davano sempre i loro frutti, con nuove scoperte e conoscenze storiche che andavano ad arricchire i volumi che stavo preparando.
La tua piramidale conoscenza storica della città di San Giovanni Rotondo ha permesso a tanti studiosi ed anche a me di venire in possesso di preziose notizie che hanno aperto il campo a nuove esplorazioni culturali, tracciando la strada per aggiungere e perfezionare le tue iniziali scoperte.
Sei stato un vero “Maestro”, che ha saputo trasmettere ai propri “alunni”, me compreso, la forza e la costanza nella ricerca storica, con la coscienza di essere pur sempre un umile fedele servitore della Storia e della Cultura.
Inestimabile la tua presenza al mio fianco, sollecitando la realizzazione dei miei volumi su pittore Natale Penati, ricordandomi che nell’affrontare le difficoltà della vita bisogna sempre affidarsi alla
”Provvidenza” di manzoniana memoria, che ci assiste e ci aiuta a superarle.
Determinante il tuo supporto nei contatti con i Parroci locali, ai quali bastava citare il tuo nome per trovare buone predisposizioni per condividere i mei progetti editoriali.
Ho assaporato le parole espresse nei tuoi libri, ricchi di riferimenti agli antichi filosofi greci e latini e di tradizioni storiche popolare, che hanno fatto da sfondo alle mie iniziative editoriali.
Un grazie di cuore lo devo anche per la tua geniale intuizione nel presentare la domanda di intitolare una via al pittore Natale Penati, perorando nel 2003 la sua causa con grande convinzione, ritenendo che “la storia di una città si vive, si legge, si interpreta attraverso eventi e personaggi che, nel corso dei secoli hanno profondamente caratterizzato il cammino di civiltà di tutto un popolo”.
Ma un affettuoso e doveroso saluto lo devo rivolgere alla tua carissima consorte Nunziatina, che
insieme ai figli e nipoti, è sempre stata discreta presenza al tuo fianco, curandoti con amore e
dedizione alla famiglia.
Ci siamo sentiti l’ultima volta nel dicembre dello scorso anno, in occasione degli Auguri del Santo
Natale e, pur cogliendo le difficoltà in cui vivevi per la malattia, ho notato vivo più che mai il tuo piglio di uomo combattivo e nello stesso tempo pronto all’incontro con il Padre che è nei Cieli. Carissimo Professore, ora che sei giunto alla mèta finale, ti rivolgo una preghiera: ricordati di noi e dei tuoi cari, rivolgendo il tuo “Canto della Memoria” a “Colui che move il sole e l’altre stelle”.
Un forte e prolungato abbraccio.
Milano 28 febbraio 2023
Dr. Roberto Penati
nipote del pittore Natale Penati