All’inizio del secolo scorso i centri del Gargano erano carenti di strade efficienti e di celeri mezzi di collegamento tra loro e con le realtà viciniori.
Il dott. Leandro Giuva, giovane volenteroso e intraprendente che in seguito diede numerose altre prove di lungimiranza e ingegnosità, si attivò per dotare San Giovanni Rotondo di un servizio automobilistico che lo collegasse con Foggia.
Ottenuta la concessione, il 18 aprile 1913 si effettuarono le prove su strada da Foggia a S. Giovanni Rotondo coi due splendidi autobus “Spa”. Titolari della Ditta erano il dott. Leandro Giuva e il Sig. Luigi Massa. Le “prove” si tradussero in una bella gita nella cittadina garganica. Oltre ai proprietari parteciparono il direttore dei telefoni di Foggia Carmelo Scaglione, gli avvocati Eugenio Romano, Silvio Nista, Pasquale Ungaro, Luigi Giuva e, per i giornali “Gazzettino” e “Il rinnovamento” Angelo Donnamaria, l’ing. Antonio Pepe di Foggia della Provincia e il cav. Tella, rappresentante della Spa.
Fu il giornalista Angelo Donnamaria, forse, l’autore di un articolo pubblicato sul giornale “Il rinnovamento” con lo pseudonimo di Appulus, che così descrisse l’avvenimento:
“La gita fu divertentissima dato anche il cielo magnifico e la temperatura moderata, né ebbe a verificarsi il benché minimo inconveniente alle macchine.
Le salite faticose delle Matine furono superate senza difficoltà, data la perizia somma dello chauffeur milanese Eugenio Laissu, e l’entusiasmo di Luigi Massa, che stava al volante della seconda automobile, il quale, quantunque da poco uscito da una scuola per chauffeur milanese seppe disimpegnarsi molto bravamente nei difficili tourniquets delle Matine,
L’arrivo a S. Giovanni fu dei più entusiastici. Il popolo tutto si riversò sulle strade applaudente e acclamante all’iniziativa felice dei bravi giovani sangiovannesi e all’appoggio forte ed efficace dell’Avv. Attilio Perrone Capano e del sindaco cav. Teodorico Lecce (checché ne dica e sbraiti il Corriere di Capitanata). Sennonché il ritorno non poté effettuarsi illico e immediate, essendosi esaurita tutta la provvista di benzina nei serbatoi. Si dovette perciò mandare a prendere la benzina a S. Marco e aspettare varie ore.
Non invano però furono perdute quelle ore, perché si ebbe da tutti la gradita occasione di conoscere le doti squisite di ospitalità degli amici sangiovannesi, dai quali vennero offerti ai gitanti vermouth, paste, caffè, birra liquori, si da lasciare grato compiacimento per le belle prove di amicizia e la gentilezza d’animo della società sangiovannese,
Ringraziamo specialmente poi Francesco Morcaldi, Antonio d’Errico corrispondenti del Gazzettino e Tommasino Lecce che più d’ogni altro fecero a gara per colmarci d’infinite cortesie,
Alle ore undici di notte, ricolmati i serbatoi di benzina, dopo un giro trionfale per le vie del paese, si prese la via del ritorno, con velocità sorprendente e senza minimo incidente. Si giunse a Foggia dopo appena un’ora e tre quarti di corsa (omissis…).
I nostri auguri alla Ditta, che niente ha trascurato pur di dare ai cittadini un celere e comodo mezzo di trasporto, che servirà a sollevare vieppiù le condizioni economiche e sociali del buon popolo di S. Giovanni.”[1]
Che la strada sterrata fosse insicura ebbe a sperimentarlo un paio d’anni dopo P. Paolino da Casacalenda, guardiano del convento di Santa Maria delle Grazie, “scampato miracolosamente dalla morte nel disastro automobilistico sulla via Foggia – S. Giovanni”.[2]
Se padre Paolino fosse perito in quell’incidente padre Pio probabilmente avrebbe vissuto la sua santità altrove: fu padre Paolino, nel 1916, che lo convinse a recarsi in convalescenza a S. Giovanni Rotondo, dove lo accompagnò nel viaggio da Foggia.
Il giornale “Il rinnovamento” si occupò anche del viaggio di inaugurazione ufficiale del servizio automobilistico, avvenuto domenica 27 aprile 1913. I numerosi e autorevoli invitati, tra cui l’on. Pietro Castellino, l’avv. Cav. Attilio Pennone-Capano, il rappresentante del governo cav. Lazazzera, avvocati, consiglieri provinciali, direttori di banca e giornalisti di varie testate presero posto sulle due vetture e partirono poco dopo mezzogiorno. All’arrivo a S. Giovanni Rotondo trovarono il paese imbandierato a festa e un’onda di popolo che acclamava entusiasticamente il folto gruppo di autorità.
“Tra l’incessante sparo delle bombe e gli inni di un concerto musicale si forma un imponente corteo. Preceduto da una selva di bandiere. La piazza è letteralmente gremita di una folla festante e plaudente, tutti i balconi sono imbandierati e zeppi di graziose signore e signorine, i muri sono quasi tutti tappezzati di manifesti tra cui piaciutissimi quelli del Comune e dell’Impresa. Sulla sala del Comune, ove con la locale rappresentanza civica, si trovano i rappresentanti di Manfredonia, Montesantangelo, e S. Marco in Lamis, avviene il ricevimento delle autorità. Dopo molte presentazioni e gli abbondanti rinfreschi, il chiaro sindaco di S. Giovanni avv. Teodorico Lecce apre la serie di discorsi con la lettura delle adesioni.
Sono in particolar modo acclamate quelle dell’illustre capo della Provincia comm. Federico Spairani, del sottoprefetto di S. Severo cav. Adinolfi e del prof. Michele Longo il cui nome, che è quello di una vera gloria cittadina, suscita un uragano di applausi”.
In vista delle elezioni dei deputati al parlamento ci furono dei discorsi a carattere marcatamente politico.
In particolare va ricordato il discorso dell’avv. Perrone-Capano ai cittadini. Egli concorreva con l’avv. Biagio Adabbo ad occupare il posto di rappresentanza lasciato libero nel Collegio dall’on. Girolamo Giusso, dopo lunghi anni di impegno e probità politica. L’oratore, dopo aver disaminato la situazione politica del paese, affermò la sua fede democratica e l’adesione al partito liberale che aveva avuto nel Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti il suo uomo di Stato e il suo riformatore.
Dopo il comizio, nel Palazzo Baronale ebbe luogo un sontuoso banchetto offerto dall’Immpresa Giuva-Massa a tutte le autorità intervenute, ai vari rappresentanti del collegio di Manfredonia e a molte personalità del luogo. Si susseguirono brindisi e altri discorsi improvvisati.
Il giorno dell’inaugurazione il sindaco Lecce telegrafò all’onorevole Giolitti:
“Questa cittadinanza celebrando oggi, con intervento autorità, on. Castellino, avv. Perrone Capano inaugurazione servizio automobilistico sussidiato S. Giovanni Rotondo – Foggia, invia reverente saluto V.E. che seppe con provvida legge risolvere in modo pratico e pronto grave problema delle comunicazioni pei Comuni lontani dalle ferrovie. Sindaco Lecce”.
Il Presidente del Consiglio rispose in questi termini:
Ringrazio vivamente codesta cittadinanza gentile pensiero mio riguardo. Presid. Cons. Ministri Giolitti.”[3]
Il giorno dell’inaugurazione del servizio fu organizzata anche una corsa ciclistica da Foggia a S. Giovanni Rotondo con partenza alle ore 12 da Porta Manfredonia. Il primo premio di 40 lire era offerto dalla Ditta del dott. Giuva e Massa.
La gara fu vinta da Oreste D’Atri che percorse i faticosi quaranta chilometri in un’ora e tre quarti.[4]
Proviamo a immaginare le sensazioni suscitate dall’evento nella popolazione sangiovannese che aveva finalmente certezza di essere uscita dall’isolamento. Ce le descrivono le parole entusiastiche e piene di enfasi uscite dalla penna di un corrispondente del “Gazzettino del Gargano”:
“Il 27 aprile segna una data memoranda del popolo Sangiovannese: essa non potrà essere travolta dal tempo e dall’oblio ma radiosa e indelebile resterà nei Fasti paesani a ricordare un fatto, che sollevandosi e distaccandosi così dalla cerchia di quei comuni, assurge all’importanza e alla grandiosità di un fatto straordinario. Poiché infranta la rigidezza di una lunga vita apatica, sonnolenta, sterile, paralitica, segna il tramonto di un passato vergognoso; scomparso lo scetticismo, che aveva pervaso le anime, sconfortate dalle turpinature di mezzo secolo, segna l’alba di una nuova era, rigeneratrice di forze e di costumi! E il nostro popolo rude ma sensibile che si commuove e si entusiasma e non sa e non vuole indagare le ragioni, questo ha mostrato di comprendere e di sentire correndo compatto, festante, giubilante, ad esaltare e magnificare il giorno tanto auspicato del suo risveglio civile ed economico: ed in quel confuso arruffio di bandiere, di grida festanti, di note musicali e scroscianti battimani era tutta l’esplosione e il trionfo dell’anima vergine di un popolo, scossa e fremente di entusiasmo innanzi ad un avvenimento che lo aveva sorpreso e meravigliato.
Non è stata una delle solite feste quella del 27, ma una festa ideale per eccellenza, perché d’essa segna la nostra risurrezione morale ed economica. E di ciò bisogna essere grati a Leandro Giuva e a Luigi Massa, che tutte le risorse giovanili, non risparmiando sacrifizi di sorta hanno dedicato a risolvere l’arduo problema delle nostre comunicazioni. E noi che plaudimmo fin da principio la loro iniziativa e con essi trepidammo durante lo svolgersi delle difficili pratiche, siamo lieti di constatare che i loro sforzi sono stati coronati da successo e di esprimere loro tutta la soddisfazione nostra e del nostro paese.
Gratissimi ancora più all’avv. Attilio Perrone – Capano e al nostro sindaco avv. Teodorico Lecce, i quali si profusero in mille modi per affrettare l’effettuazione del servizio e il popolo ha ben dimostrato di aver saputo apprezzare gli sforzi fatti dai due bravi giovani, accogliendo con entusiasmo il Perrone e acclamando il nostro sindaco. Noi rileviamo poi le stupide calunnie messe in giro e pietosamente accolte da alcuni giornali, perché parrebbe che volessimo dar loro troppa importanza… Ci condogliamo profondamente con la contendabilità modesta dei Sigg. di Montesantangelo.”[5]
Non era la prima volta che l’Avv. Attilio Perrone-Capano cooperava per il bene di San Giovanni Rotondo. Perciò il 12 aprile 1913 il Consiglio Comunale, riunito sotto la presidenza del Sindaco Teodorico Lecce, gli conferì la cittadinanza onoraria, “quale attestato di doverosa gratitudine dei cittadini e dell’Amministrazione poiché in ogni contingenza d’interesse pubblico e privato hanno trovato in lui il disinteressato difensore e l’illuminato cooperatore”. Nel verbale si ribadisce che con il servizio automobilistico “il paese a ragione s’impromette la sua rigenerazione morale ed economica, allacciandoci ai centri, dove più intensa pulsa la vita e freme la civiltà” e che “non poca parte del merito di aver in brevissimo tempo espletate tutte le pratiche burocratiche e superati gli indugi, è dovuto proprio a lui”, cioè al neo-cittadino onorario avv. Attilio Perrone-Capano.[6]
Come spesso accade quando un’iniziativa ha il favore popolare, c’è sempre qualcuno che ne rivendica i meriti o cerca di sminuire quelli altrui per averne un ritorno elettorale. Anche per l’istituzione del servizio automobilistico alcune frasi lette negli articoli dimostrano l’attrito tra competitori politici nel rivendicare o negare meriti a questo invece che a quello.
Perrone-Capano trovò come contendente l’avv. Biagio Adabbo di Monte Sant’Angelo e la rivalità tra i due gruppi di sostenitori raggiunse in qualche caso livelli abbastanza aspri.
I sangiovannesi dott. Giuva e l’avv. Teodorico Lecce sostennero c la candidatura dell’avv. Perrone-Capano. Quest’ultimo, dopo cinquanta anni di divisioni campanilistiche che affliggevano l’Unità ideale propugnata dai Martiri della Patria, prediligeva il motto “Il Gargano all’Italia” mentre l’avv. Adabbo si faceva forte del motto “Il Gargano ai garganici” .
La vittoria arrise a Perrone-Capano che a ottobre fu eletto deputato nel Parlamento del Regno d’Italia nelle prime elezioni a suffragio universale maschile.
Ma questa è un’altra storia…
Giulio Giovanni Siena
[1] Le pruove automobilistiche sulla Foggia – S. Giovanni in “Il rinnovamento: politico, amministrativo, giudiziario del 27 aprile 1913, pag. 2
[2] Per un amico in “La Capitanata”, periodico settimanale, 20 giugno 1915, pag. 3.
[3] Il servizio automobilistico Foggia – S. Giovanni Rotondo in “Il rinnovamento: politico, amministrativo, giudiziario” del 2 maggio 1913, pag. 2
[4] Il servizio automobilistico Foggia – S. Giovanni Rotondo in “Il rinnovamento: politico, amministrativo, giudiziario” del 2 maggio 1913, pag. 2
[5] Echi della festa in “Gazzettino del Gargano”, 11 maggio 1913, pag. 2.
[6] Estratto dal registro delle deliberazioni del Consiglio Comunale in “Gazzettino del Gargano”, Anno 7, 11 maggio 1913, pagg. 2 e 3.