Antonio Fabrocini nacque a San Giovani Rotondo il 22 dicembre 1856. Svolse la professione di insegnante nelle scuole elementari del suo paese. Amò lo studio e, in linea con le tendenze dei suoi tempi, predilesse i filosofi e gli scrittori antichi dell’epoca classica e del dolce stilnuovo. La sua opera prima è costituita dalla tragedia in cinque atti “La Costanza di Socrate (leggibile online) applaudita da varii circoli letterari italiani, dedicata a S.M. Umberto I”, stampata in Napoli nel 1881 nella Tipografia di Raffaele Tortora. Essa tratta degli ultimi sprazzi di vita del grande filosofo, rinchiuso nelle prigioni e poi avvelenato per essersi rifiutato di onorare gli dei ateniesi . Gli scritti del Fabrocini traboccano di amor patrio e di spirito religioso. In un quaderno riportante l’effigie del re Vittorio Emanuele III intitolato “Opere inedite di Antonio Fabrocini” egli trascrisse “alcuni ricordi” , cioè alcuni suoi carmi di ispirazione politica e religiosa:
– Il Carme politico recitato il 14 marzo 1879 agli onorevoli cittadini ed autorità di S. Giovanni Rotondo”;
– Il Carme politico “Al Pensiero – All’Azione”;
– Alla Madonna sotto il titolo della Pace;
– Inno Sacro;
– Al Papa Pio IX;
– Per un Crocefisso;
– Epigramma;
– Preghiera alla Madonna;
– Al cuor di Maria;
– Uno sguardo Al Paradiso;
– All’Immacolata.
Di lui si conserva anche il manoscritto “Monografia di S. Giovanni Rotondo sul Promontorio Garganico” , opera rimasta incompiuta che tratta delle origini e della storia della città garganica. Inoltre, in ricorrenza del venticinquesimo anniversario dell’eccidio borbonico consumatosi a San Giovanni Rotondo il 23 ottobre 1860, preparò per i suoi concittadini un epico discorso patriottico commemorativo dei 24 liberali uccisi , intitolato “Pel 23 ottobre 1860 in San Giovanni Rotondo”. Un secondo discorso, altrettanto memorabile, fu pronunciato dal Fabrocini il 23 ottobre 1894 durante la cerimonia inaugurale della lapide dei ventiquatro Martiri della Libertà,affissa sulla facciata del Municipio della città. Nei due forbiti discorsi – riportati nel mio libro Ventiquattro Martiri per il Risorgimento di San Giovanni Rotondo, pubblicato su questo sito – egli riesce a trattare con grande equilibrio un argomento delicatissimo come quello dell’eccidio del 1860, mettendo in luce l’amore struggente per la Patria e per San Giovanni Rotondo. Morì a San Giovanni Rotondo il 2 luglio 1933.