Don Andrea Padovano nacque a San Giovanni Rotondo (FG) l’11 luglio del 1915 e morì a Castellamare di Stabia il 4 marzo del 1992, a 77 anni di età, dopo 60 anni di professione, 52 di sacerdozio. Apparteneva alla famiglia dei Salesiani. Nell’ultimo periodo della sua vita svolse il suo apostolato presso l’Istituto Salesiano SS. Redentore di Bari. Dopo aver insegnato la lingua francese, prestò la sua opera come docente di teoria e solfeggio presso il Conservatorio musicale Piccinni di Bari, diretto allora da noto compositore Nino Rota.
Era in possesso anche del diploma di pianoforte, conseguito in gioventù in Conservatorio.
E’ stato apprezzato compositore di musica, religiosa e non. Purtroppo, a parte qualche frammento di musica religiosa, il tentativo di accedere ai suoi spartiti e al suo carteggio per renderli pubblici è andato a vuoto. C’è il rischio, pertanto, che il suo lavoro vada definitivamente perduto.
Ricordo benissimo le pile di spartiti scritti di suo pugno sparsi nella sua stanza. Una stanza piccola e fredda, isolata, sui tetti dell’Istituto Redentore, per scelta di Don Andrea, che non voleva dare fastidio ai confratelli quando suonava il pianoforte. Lui si trovava bene anche lì, con la sua musica e i piccioni che gli svolazzavano intorno e che beccavano le sue briciole di pane, sparse sul lastrico solare a piene mani. Un uomo così non poteva andarsene che in punta di piedi, con la stessa discrezione che ha caratterizzato la sua vita.
I nipoti ripongono le loro speranze nella sensibilità di qualche confratello che riesumi le polverose carte, finite chissà dove, compiendo un atto di giustizia nei confronti di un sacerdote che ha dato sempre tutto se stesso alla comunità salesiana, senza nulla tenere per se o per i familiari.
Tuttavia Internet talvolta fa miracoli che gli uomini non riescono a fare. Attraverso la sua rete è stato possibile rintracciare diversi CD di musica classica prodotti in Italia, Olanda, Stati Uniti, venduti in tutto il mondo, che riportano una composizione di Don Andrea Padovano denominata berceuse nelle versioni per violino ed arpa (duo Theodora Geraets ed Erika Waardenburg, duo Aurora Donna Fairbanks e Lysa Rytting) e per flauto ed arpa (duo Davide Burano e Giovanni Marengini, duo Hans-Jörge Wegner e Ellen Wegner).
Si riporta qui solo per l’ascolto la versione per violino ed arpa eseguita dal duo Theodora Geraets ed Erika Waardenburg:
Vita
Sempre in internet si scopre che alcuni suoi lavori sono stati pubblicati dalle Case Editrici Zanibon di Milano e Berbén di Ancona e che altri fanno parte dei repertori di musicisti o cori polifionici italiani e stranieri.
Si trascrive il contenuto di un foglietto commemorativo distribuito subito dopo la sua morte in cui sono delineate fedelmente la figura di Don Andrea Padovano e le tappe più importanti della sua vita:
Carissimi confratelli,
il 4 marzo 1992 tornava al Padre il maestro Don Padovano Andrea.
Don Andrea era nato l’11 luglio 1915 a S. Giovanni Rotondo (Foggia) da Giovanni Nicola e Matilde D’Errico. Rimasto con i cinque fratelli orfano di Padre a sette anni, fu accolto, per suggerimento di Padre Pio e per interessamento di Don Antonio De Bonis, nell’Istituto del S. Cuore in Roma ove frequentò le prime quattro classi del Ginnasio. Sentendosi qui chiamato alla vita salesiana entrò nel Noviziato di Lanuvio ed emise la prima professione il 31.08.1932.
Compì gli studi filosofici a S. Callisto negli anni 1933-34 e gli studi teologici nel quadriennio 1938-1941 a Roma (Gregoriana), Lione e Macerata, dove fu ordinato sacerdote il 29.06.1940. Durante il tirocinio a Grottoferrata a ad Amelia fu incardinato nella nuova Ispettoria Adriatica nella quale rimase fino al luglio del 1948, quando rientrò nella Ispettoria Romana. Completò la sua formazione con lo studio della lingua francese perfezionato nel soggiorno di Lione e con la frequenza del Conservatorio di S. Cecilia, presso cui conseguI il diploma di pianista nel 1944.
L’insegnamento della musica e della lingua francese e la funzione di organista costituiranno la base del suo apostolato svolto nelle Case di Macerata, Ancona, Riminì, Grottaferrata, S. Cuore, Pio XI, Cinecittà (Roma), S. Lussurgiu, Frascati (Villa Sora).
Nel 1969 ottenne la cattedra di Teoria e Solfeggio nel Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, cattedra che tenne fino ai limiti massimi della pensione nel 1985.
Fu cosi incardinato nella nostra Ispettoria Meridionale, assegnato per i primi due anni alla casa di Molfetta, e poi alla nostra casa di Bari.
L’apostolato di Don Padovano si è caratterizzato per la cura dei cori polifonici che egli organizzò e tenne in piedi nelle varie case che lo ospitarono: un lavoro che sembrava ai margini della comunità educativa in cui egli era inserito, ma che all’occhio dell’osservatore attento non sfuggiva essere di grande rilievo nella formazione umana e religiosa dei giovani e nell’affinamento educativo degli adulti.
I cori polifonici, per essere composti di ragazzi e adulti dei due sessi, per
l’affiatamento su cui si basano, per i temi religiosi che ordinariamente – almeno quelli curati da Don Andrea – trattano, per il vivo inserimento nell’actio liturgica in seno alle comunità oranti, costituiscono uno strumento privilegiato di formazione umana e soprannaturale la cui importanza non sfuggiva a Don Andrea. Egli vi entrava in punta di piedi, si direbbe, per la virtù della discrezione che lo caratterizzava, ma con tutto il peso della sua personalità di educatore e di artista.
Era in questo campo un vero maestro, tanto che il Conservatorio lo scelse come suo maestro di coro.
Ai cori polifonici è legata la parte più cospicua della sua produzione
musicale: quella pubblicata e quella, di gran lunga più grande, che attende di essere messa in luce.
A lui, Maestro Padovano, è intitolato il coro polifonico che egli fondò e
diresse qui a Bari, nella nostra casa.
Dopo le notizie, affidiamo al ricordo dei confratelli il compito di descrivere iI carattere e le doti dell’uomo e del religioso.
Don Andrea era il vero giusto, copia conforme di quel Natanaele evangelico in quo non est dolus.
Di indole naturalmente mite, alieno da doppiezze e da discussioni oziose, dal cuore aperto a tutti, aveva il dono di saper entrare facilmente in sintonia con ambienti e persone anche con mentalità diverse, riuscendo, con la sua bonomia a ricomporre armonicamente divergenze di vedute, col pieno rispetto degli interlocutori e senza far pesare, e tanto meno imporre, il suo punto di vista.
Rispetto degli altri che, nella vita di ogni giorno, si manifestava con evidenza anche nella delicatezza del tratto e della conversazione, sempre dignitosa e molto spesso pervasa da una fine arguzia che contribuiva a rendere gradita la compagnia a chiunque lo avvicinava e specialmente ai confratelli.
La sua consacrazione a Dio come Salesiano e Sacerdote, si era concretizzata – insieme sublimata – un programma di vita che riusciva a fondere in una mirabile sintesi gli aspetti più belli dell’amore a Dio qui in terra:
la natura, la musica, i giovani. L’amore alla natura e il fondo poetico sempre presente in ogni anima genuinamente musicale, lo inclinava alla contemplazione.
A volte, ricevendo i complimenti per qualche composizione particolarmente riuscita, confidava ai più intimi con malcelato rimpianto: “Sogni di gioventù, quelle rare volte che si poteva riuscire ad avere intorno silenzio, specialmente nel verde della natura!”.
E forse anche da questa attitudine a un suo abituale colloquio con se stesso e con Dio, derivava un leggero estraniarsi dal mondo esterno, dando a volte l’impressione di una certa distrazione.
Ciò non significa che Don Andrea fosse un sognatore: tutt’altro!
Infatti, per quanto riguarda la natura, non solo era un osservatore attento, ma sapeva apprezzare anche i piccoli poveri piaceri di raccogliere con le proprie mani le erbette e di offrirle con gioia alla tavola comune, con i relativi benevoli commenti dei confratelli.
Non dispiacerà, pensiamo, ricordare un aspetto particolare della sua vita, circoscritto nel tempo, ma che fa parte del carattere dell’uomo sopra tracciato.
Don Andrea fu anche, per alcuni anni, cacciatore appassionato. Quando, l’ispettore Don Pilla gli propose di andare, lasciando Roma, in longinquas partes Sardiniae a S. Lussurgiu, per insegnare francese, egli non esitò.
Chiese, come una specie di compenso per il sacrificio che si accingeva a fare, di poter usufruire, nelle ore libere da suoi impegni di lavoro, nei boschi e nelle colline circostanti l’Istituto, del porto d’armi e del fucile.
L’Ispettore annuì perché non era facile rifiutare a Don Padovano ciò che egli chiedeva con estrema discrezione, ma con un sorriso avvolgente dalle cui volute non era agevole svincolarsi.
E arrivò in Sardegna insegnante, assistente e cacciatore non solo di anime.
Egli descriveva la felicità che provava nell’immergersi nel vivo della natura, le cui risorse conosceva molto e amava profondamente.
Si rivelava così un cacciatore proprio singolare: possedeva tutti i segreti della fauna alla quale si avvicinava, e non avrebbe nociuto al più piccolo uccellino nella previsione di turbare l’equilibrio dell’ambiente in cui esso viveva.
Era appunto molto sensibile all’equilibrio della natura; conosceva ogni animale per nome, ne scrutava le abitudini e ne rispettava le esigenze. Riviveva così, ci dicono i suoi, una passione e un’abilità rivelate da ragazzo.
E si mostrava felice di arricchire la mensa dei confratelli con i frutti delle sue conquiste venatorie.
Chiudiamo con l’accenno alle sue sofferenze e al suo spirito religioso. Don Andrea fu da sempre malato di diabete insulinico, ma non volle mai soggiacere alle leggi del suo male. Era al riguardo dolcemente ribelle, quasi sicuro delle sue rivalse sul male che effettivamente finiva per dominare. E riusciva simpatico nelle sue trasgressioni.
In realtà pare che il suo organismo avesse raggiunto lo stato di una singolare armonia che traspariva anche dal suo sguardo limpido.
Non si può dire quanto ciò dipendesse dal suo equilibrio interiore, schivo com’era dal manifestare le vicende del suo mondo intimo.
Di fatto lo abbiamo visto sempre fedele alle sue pratiche comunitarie ed aperto alla frequentazione della preghiera.
Ai primi di dicembre si accentuarono in lui i segni di un male che non lasciava più speranze e che lo costringeva a letto.
Ogni tanto si alzava e seduto al pianoforte metteva giù delle note, componendo il suo ultimo pezzo musicale: “L’ Alleluja”.
Ricoverato all’ospedale di S. Giovanni Rotondo, subì un intervento chirurgico, ma la metastasi era ormai in stadio avanzato. Bisognoso di continua assistenza medica, anche per il diabete, venne accolto e assistito con amorevole dedizione dai confratelli della Casa Salesiana di Castellamare.
La notizia del decesso per c. a. intestinale e arresto cardiocircolatorio giunse prima del previsto alla Comunità di Bari il 4 di marzo 1992. La Salma alle ore 15.00 venne esposta nella Cappella dell’Istituto “REDENTORE” accolta dai confratelli in preghiera.
Il mesto pellegrinaggio del fedeli si protrasse fino a tarda sera.
Il 5 marzo alle ore 11.00 nella chiesa parrocchiale SS. Redentore si svolse il rito funebre: erano presenti molti confratelli della Puglia, i parenti, i ragazzi e giovani dell’Istituto, i fedeli e la famiglia salesiana. Il rito, presieduto dal Sig. Ispettore, non sapeva di tristezza, ma di sereno clima salesiano: la preghiera sincera dei giovani diceva che è bello essere salesiani, che è bello vivere con i giovani quel dono che Dio ha dato per primo a Don Bosco, Padre e Maestro, e continua a dare ad ogni confratello.
C’è molto da lavorare! Don Andrea, che è presso il Padre, ci sia di aiuto. Un doveroso ringraziamento va ai familiari che, con grande abnegazione, lo hanno assistito durante la malattia. Per essi Don Andrea nutriva un grande affetto, ricambiato da anziani, giovani e piccoli che gli facevano corona.
Direttore(*) e Comunità SS. Redentore – Bari
* (Don Giuseppe Ciglione)
A 25 anni della scomparsa del M° Andrea Padovano, l’Istituto Salesiano del SS. Redentore di Bari ha organizzato una Conferenza e Concerto di Commemorazione (link).
MUSICA E CANTI SCACRI, editi ed inediti di cui sono stati recuperati gli spartiti, alcuni dei quali presso l’Istituto SS. Redentore di Bari:
Berceuse per flauto (o violino) e arpa (o pianoforte) di Andrea Padovano (Bèrben Edizioni musicali, Ancona, @copyright 1975)
Ave Maria (Bèrben – Edizioni musicali Ancona)
Alleluia– Andrea Padovano (Berbèn Edizioni Musicali, Ancona)
Alleluia! Preludio Pasquale, per Grande Organo – Andrea Padovano (Spartito a stampa – manca l’editore)
Ave Maria, per coro femminile a 1 v.
Natale! Pastorale per Grande Ogano – Andrea Padovano (Spartito a stampa, manca l’editore)
Inno– Lode Giubilare all’Immacolata (canto) – Andrea Padovano (Spartito a stampa, manca l’editore)
Tantum ergo – a due voci dispari Andrea Padovano ( Spartito a stampa, manca l’editore)
- 3 – L’estasi, quasi una meditazione – O quam Suavis, per soprano solo – musica di Andrea Padovano (spartito a stampa, manca l’editore)
Dormi dormi bel Bambin – Ninna nanna pastorale per soprano, o tenore e organo – Andrea Padovano (Spartito a stampa , manca l’editore)
Magnificat VII tono – Falsobordone di Andrea Padovano
Adoriamo la tua croce – Antifona – Andrea Padovano
Ninna nanna di Maria – Andante pastorale – musica di Andrea Padovano
Alla grotta di Betlem – musica e parole di Andrea Padovano
Salmo responsoriale – solo e tutti
Dalla “Missa Ave Maris Stella”, A. Padovano (Bèrben Edizioni musicali – Ancona
1 – Kirie (Bèrben)
6 – Agnus Dei
Esiste in internet altro spartito musicale :
Salmo XVIII, Coeli enarrant gloriam Dei: trascrizione per coro a 4 voci dispari (SCTB) di Benedetto Marcello; Andrea Padovano (Zanibon, Padova, 1972)
TESTI DIDATTICI
Teoria musicale, Andrea Padovano, La melodiana, Milano, senza data (Biblioteca Piccinni Bari)
Teoria Musicale – Copisteria “Agheliki”, Via Carruba 22 – Bari, settembre 1982
Teoria e informazione musicale – parte I, Andrea Padovano, (Senza editore e data)
Teoria e informazione musicale – parte II, Andrea Padovano (Senza editore e data