Le origini della città di San Giovanni Rotondo sono da ricercarsi nell’età neolitica (VI-V millennio a.C.), in una fase di optimum climaticum, con caratteristiche di clima umido ed in particolare nel periodo in cui molte aree del promontorio garganico (vallate e pianure) venivano interessate dalla nascita di piccoli insediamenti di capannicoli con attività agro – pastorali.
Il cacciatore garganico diveniva, così, agricoltore e cominciava a creare dimore seminomadi o quanto meno più stabili per i suoi insediamenti. Non venivano, comunque, abbandonate le attività pastorali. La coltivazione dei campi ed il pastoralismo in genere, determineranno in seguito i vari processi della cosiddetta economia mista della civiltà neolitica.
Quasi tutto il promontorio subiva un vero e proprio assalto da parte di comunità tribali della pianura che, alla ricerca di legname e di selce, si erano insediate stabilmente, soprattutto lungo la fascia settentrionale ed orientale, adattandosi alle condizioni ambientali e locali ed elaborando una specifica facies culturale.
Il Gargano, quindi , costituiva un’immensa riserva di boschi e di miniere di selce ed offriva , anche , ubertose vallate che potevano essere recuperate all’incipiente agricoltura.
I depositi fluviali, sia sotterranei che in superficie, unitamente a grosse aree lacustri, alimentavano una ricca riserva di acqua.
Tutto ciò costituiva un ambiente naturale fortemente favorevole per l’insediamento di comunità tribali dedite alla pastorizia, all’agricoltura, alla caccia, alla pesca.
In piena età eneolitica (III millennio a. C.) , in un periodo Sub-boreale , segnato da un forte inaridimento atmosferico e climatico, che non privilegiava le attività agricole, venivano appetite, dalle varie comunità, località poste sulle alture, cime e coppate varie.
In questa dimensione storico – antropologica, quindi, erano sorti i primi insediamenti nel territorio di San Giovanni Rotondo: un primum (età neolitica,VI-V millennio a.C.), comprendente vallate e pianure, un deinde (età eneolitica, III-II millennio a.C.), alture.-cime montuose , tuppi e coppe.
Nel II millennio a.C. ( fine dell’eneolitico ), tribù illiriche provenienti dalla Dalmazia, dall’Albania, dall’area anatolica, approdavano sulle coste pugliesi. Alcune di queste tribù, i Paiones, i Lati, gli Ausi, i Bistones , i Davoi, giungevano nella Daunia e nei pressi del promontorio garganico. Proprio i Paiones (che avevano combattuto a fianco dei Troiani sotto le mura di Ilio ) di origine frigio-tracia, si fermavano nell’area sangiovannese, integrandosi con altre tribù indigene ivi di già stanziate ed edificavano un vero e proprio villaggio fortificato sul monte Castellano – Crocicchia:
Gargaros.
Anche l’argivo ed eroe Diomede veniva registrato dalle fonti storico-letterarie, quale fondatore di Gargaros. Il toponimo Gargaros, quindi, aveva una precisa derivazione protomediterranea e richiamava un altro insediamento con lo stesso nome, situato nei pressi del monte Ida, nella Misia (Troade) e che significava proprio città posta sul monte ( Gar-roccia, pietra ).
Con lo scorrere del tempo, la voce Gargaros avrebbe mappato tutto un promontorio, divenendo Gargaron, Gargarus, Garganus (per dissimilazione ), Gargano.
Fino all’età dauna (I millennio a.C.) il villaggio conservò il toponimo Gargaros – Gargara , comprendente anche gli abituri posizionati più a valle ( fuori dalle fortificazioni stesse poste sul monte Castellano ) ed i suoi abitanti erano appellati Gargari – Gargarensi, gli uomini – i figli della città di pietra. [1]Sulle origini di San Giovanni Rotondo cfr. R . BATTAGLIA, Ricerche paleo-antropologiche nel Gargano, C.N.R, in La Ricerca scientifica, a.27, n. 8, Roma 1957, pp. 2385-2387. IDEM, Antichi abitati e … Continue reading
In età romana (III-II sec.a.C.) il villaggio a valle assumeva il nome di
Bisanum,
dal dio bifronte Giano (Bisanum, Bis-Ianum ), a cui era stato dedicato un tempio a forma rotonda, mentre l’insediamento posto sul monte veniva registrato col toponimo di Castel Bisanum.
“Or io credo che in questo tempio fosse adorato il Dio Giano. Due ragioni mi determinano a così credere : la prima , dall’aver io medesimo, non molto tempo indietro, in occasione che si eseguivano degli scavi per le fondamenta dei nuovi edifizi , osservati dei sepolcri antichi con entro molti pezzi di creta coll’effigie a due facce, circostanza a sentimento di tutt’i mitologi propria del solo Dio Giano e non comune a verun’altra Divinità del gentilesimo. L’altra, che la forma stessa del tempio era propria per questo nume , il quale, secondo riferisce Macrobio ne’ Saturnali, pretendono alcuni che sia il sole e che venga rappresentato doppio, perché padrone dell’una e dell’altra porta del cielo, perché l’apre il giorno levandosi , e la chiude tramontando”. [2] P. CIRPOLI, Memorie storico – diplomatiche sull’antico Castellan Pirgiano oggi San Giovanni Rotondo, Foggia 1992.Ristampa anastatica dell’originale de 1792, pp.18-19.
Nell’anno del Signore 642 , i Bisani cercarono inutilmente di difendere il loro villaggio (oppidum) dalle orde slave provenienti dall’Illiria ed il rotondo tempio di Giano veniva quasi distrutto.
In seguito i Longobardi, i Bizantini, i monaci benedettini cristianizzeranno il tempio pagano di Giano (nel frattempo riedificato sulle antiche fondamenta) e lo dedicheranno al Battista GIOVANNI.
Nel secolo X , Anno 996 , il tempio diveniva Ecclesia Sancti Johannis extra moenia – Chiesa di San Giovanni fuori le mura e nell’anno 1095 (14 novembre, Diploma del Conte normanno Enrico) darà al sito di BISANUM il nuovo toponimo di
Sancti Johannis Rotundi – Casale di San Giovanni Rotondo
alle dirette dipendenze feudali dell’Abate benedettino del Monastero di San Giovanni de Lama, oggi Convento di San Matteo.
Una città era nata con un nuovo toponimo. Tre nomi, tre civiltà per uno stesso sito :
Gargaros- Bisanum- San Giovanni Rotondo.
La civiltà protomediterranea ed egea ( illirica, greco – anatolica ), romana e bizantino-normanna, rivelava concretamente le sue tracce ed i suoi segni – stigmi.
L’antroponimo ed oronimo di Gargaros e gli agionimi di Ianus e San Giovanni, segnavano ormai profondamente l’identità stessa di una Terra.
Sulla Montagna del sole un popolo aveva scritto nelle pagine del Tempo e della Storia tre nomi:
Gargarensi, Bisani, Sangiovannesi.
La Chiesa di San Giovanni Battista (San Giùuanne a Longhe-lontano e fuori le mura turrite del Castello di San Giovanni Rotondo) diveniva una delle tappe fondamentali della Via dei Pellegrini, Via Francesca o , per antonomasia , Via Sacra dei Longobardi) , che partiva da Ergitium , nei pressi di San Severo e terminava presso la sacra spelonca micaelica del Monte dell’Angelo (3) .
In età normanno – sveva (sec.XII-XIII) , il Casale di San Giovanni Rotondo si muniva di una cinta muraria turrita (ben quindici le torri), divenendo una vera e propria fortezza – castrum , ad opera di Guglielmo II il Buono ( a.1176 ) e di Federico II ( a.1222-1223 ).
Verso la fine del XIII secolo, gli abitanti dei siti circostanti (Castel Bisano , Sant’Egidio, San Nicola di Pantano , il Castello alle Coppe, le Perni sul Candelaro) , per motivi di sicurezza e per difendersi dagli attacchi dei briganti, si spostavano nelle sicure mura turrite del Castello.
(Notizie tratte da Storia di un popolo sulla montagna del sole di Salvatore Antonio Grifa – Ed. Gargaros)
Note
↑1 | Sulle origini di San Giovanni Rotondo cfr. R . BATTAGLIA, Ricerche paleo-antropologiche nel Gargano, C.N.R, in La Ricerca scientifica, a.27, n. 8, Roma 1957, pp. 2385-2387. IDEM, Antichi abitati e necropoli del Gargano, Foggia 1957. S.A.GRIFA, Le origini di San Giovanni Rotondo, Taranto 1989. IDEM, Lineamenti storici della città di San Giovanni Rotondo, San Giovanni Rotondo 2005, pp. 23-28, con una copiosa bibliografia. F. NARDELLA, Memorie storiche di San Giovanni Rotondo, Brescia 1961. A.VENTURA, San Giovanni Rotondo. Terra di Padre Pio. San Giovanni Rotondo 1998. Sulla Puglia preistorica e sul Gargano in particolare, cfr F.BIANCOFIORE, Le civiltà preclassiche, in Storia della Puglia, vol. I , Bari 1974. A.JATTA, La Puglia preistorica, Bari 1914. S.M.PUGLISI, Le culture dei capannicoli sul promontorio garganico, Roma 1948. A.PALMA DI CESNOLA, Rapporti tra il Gargano e il Tavoliere,dal paleolitico alla prima età del ferro, Bari 1985. Sulle migrazioni di popoli illirici verso le terre pugliesi e la Daunia in particolare, in una visione euro-asiatica della civiltà e della storia, Pan-Europa, (II-I millennio a.C), cfr. S.FERRI, Ricerche archeologiche nel Gargano, dal 1961 ad oggi. Atti del Convegno storico – archeologico del Gargano, 8 , 9, 10 Novembre 1970, Foggia 1970, pp. 168-184. |
---|---|
↑2 | P. CIRPOLI, Memorie storico – diplomatiche sull’antico Castellan Pirgiano oggi San Giovanni Rotondo, Foggia 1992.Ristampa anastatica dell’originale de 1792, pp.18-19. |